Il processo di invecchiamento del viso inizia a manifestarsi intorno ai 30 anni ed è caratterizzato dall’inversione del cosiddetto “triangolo della bellezza”, formato da linee virtuali, la cui base, nell’adolescenza e nella gioventù, risiede nella parte superiore del volto; tuttavia, con il passare del tempo, il triangolo della bellezza tende progressivamente a ribaltarsi, in quanto vi è una riduzione della componente adiposa e un’ipotonia muscolare, che determinano la comparsa di solchi, di rughe e di lassità cutanee.
Tutti questi segni esterni sono tipici di un cedimento dei tessuti profondi; compaiono, inoltre, alterazioni della pigmentazione, della luminosità e dell’elasticità cutanea, date dalla ridotta produzione di collagene, che a sua volta contribuisce anche a un appiattimento dei contorni del viso; tutti questi fattori portano, come risultato finale, a una ptosi dei tessuti molli, ovvero all’esaltazione delle pieghe nasolabiali e peribuccali. In tal modo vi è una modificazione anche del profilo mandibolare, che appare meno definito e irregolare.
Il compito del medico, in questi casi, sarà quello di ripristinare i volumi persi, ridefinire la forma del volto e ristabilire il confine tra quest’ultimo e il collo.
L’acido ialuronico e il botulino hanno notevolmente contribuito al ringiovanimento e al miglioramento dell’aspetto, ripristinando i volumi e riducendo le rughe.
Nei casi in cui si ambiva al raggiungimento di un rassodamento cutaneo con correzione delle varie lassità, alla correzione di cedimenti e al ripristino delle normali linee anatomiche del viso, sono risultati evidenti dei limiti funzionali nell’utilizzo dell’acido ialuronico e del botulino; per ottenere questi risultati fino a poco tempo fa si ricorreva al lifting tradizionale in sala operatoria ma ora è riservato solo a casi veramente importanti.
Una valida alternativa al lifting tradizionale è l’impiego di fili di trazione e/o eventualmente biostimolanti: sono costituiti da acido polilattico o da un polimero di acido lattico caprolactone; questi materiali conferiscono ai fili di trazione la peculiarità di essere riassorbibili nel tempo, intorno ai 18/24 mesi; vengono impiegati per ripristinare, mediante trazione, le linee del contorno del viso.
Un secondo meccanismo che sfruttano è la stimolazione dei tessuti attraverso la produzione di collagene, determinando un ringiovanimento e un rassodamento cutaneo; tale metodica tende a essere preferita dalle pazienti, perché non prevede un ricovero ospedaliero, si esegue in regime ambulatoriale e in anestesia locale, effettuata unicamente nei punti di introduzione e di uscita dei fili di trazione.
Per il lifting tradizionale è invece necessario il ricovero, in sala operatoria, previa anestesia totale e ciò comporta anche costi più elevati a carico delle pazienti; è anche particolarmente apprezzata dai soggetti di sesso maschile, poiché oltre ai motivi sopracitati si evitano le iniezioni di acido ialuronico, con il rischio di femminilizzare il volto.
La procedura è alquanto semplice: è una tecnica mininvasiva e pertanto non vengono praticate incisioni ed è esente da effetti collaterali.
Prima del trattamento viene disegnata con una matita demografica l’area su cui intervenire; dopo aver praticato l’anestesia locale viene introdotto il filo, caratterizzato dall’avere due aghi eretti molto sottili all’estremità; il filo presenta, lungo un tratto di circa 10 cm, 8 o 10 coni oppure spine dette anche “barbet” (personalmente preferisco le spine rispetto ai coni, in quanto manifestano una maggior funzione di trazione, di sospensione e di ampia modulabilità dei tessuti).
I fili vengono inseriti nel derma profondo, quindi in una zona esente da complicanze vascolari e/o nervose, che non permette ai fili di essere palpati.
Questi presidi medico chirurgici sono nati per il viso ma trovano largo impiego anche per aree anatomiche difficili da trattare, quali il collo, l’interno delle braccia e delle cosce, i glutei e il naso (per il sollevamento della punta).
Considerando l’impiego, associato ai filler, di acido ialuronico e del botulino, si consiglia un trattamento di richiamo ad un anno, per assicurare un mantenimento strutturale costante per oltre 2 anni.
Non esistono controindicazioni particolari ad eccezione di patologie sistemiche gravi o, eventualmente, eczema, psoriasi del volto o del cuoio capelluto, predisposizioni cheloidi o cicatrici ipertrofiche; oppure patologie autoimmuni, terapie anticoagulanti in atto, deficit della coagulazione, intolleranza e allergie ai componenti dei fili, o agli anestetici locali; gravidanza, allattamento al seno, età inferiore ai 18 anni e presenza di eventuali filler permanenti.
Dopo il trattamento si consiglia una terapia antibiotica per via orale e/o eventualmente topica; nella maggioranza dei casi non si avverte dolore postoperatorio ma possono, all’evenienza, essere prescritti antidolorifici ed essere posizionata una borsa del ghiaccio sull’area trattata; possono residuare piccoli ematomi della durata di circa una settimana e la presenza di un modesto edema nei due giorni successivi all’intervento; eventuali depressioni di irregolarità cutanee del punto di inserimento dell’ago, scompaiono in una settimana; i risultati del trattamento sono visibili immediatamente e migliorano col tempo, determinando un incremento di produzione di collagene e un risultato massimo dopo 4/6 mesi dall’impianto.
Durante i primi 7/10 giorni dopo la procedura si consiglia di non sottoporsi a trattamenti odontoiatrici, di evitare saune, solarium al volto e altri trattamenti estetici; gli sport vanno evitati per 15 giorni e sempre per tale periodo il paziente deve dormire supino; si sconsiglia la radiofrequenza monopolare per i primi 6 mesi, in quanto potrebbe accelerare il riassorbimento dei fili (se ne consiglia l’uso, invece, 15 giorni prima).
Il primo controllo medico va effettuato a 7/10 giorni dall’impianto.
Va ancora detto che la scelta della metodica viene fatta in base alle condizioni di invecchiamento e alla struttura anatomica di ogni singolo individuo.
Concludo ricordando che l’utilizzo dei fili di trazione, a oggi, rappresenta la principale metodica di elezione per ottenere i risultati estetici ottimali in poco tempo, a costi contenuti, senza lasciare cicatrici evidenti e con un ritorno alle normali occupazioni in tempi reali.